Il benessere ha bisogno di essere sempre alimentato, con il nuovo e, anche, con l’eccesso. In tante
situazioni di diffi coltà esistenziale è necessario proporre consapevolezza attraverso relazioni d’aiuto
comprensibili, e preparando la persona in diffi coltà alle emozioni e alle competenze affi nché non
sfuggano di mano.
La nostra presenza nel sociale contemporaneo è necessariamente simbolica e si ammala a volte
dentro forme inconsapevoli. L’Arte, la Creatività e, persino, la Bellezza che incontriamo nei padiglioni
di Abilmente 2014, a ben vedere, non possono che farci provare sentimenti e concretezza. E non
possiamo che esserne contenti.
Il nostro impulso verso il “fare con le mani” contrasta la frustrazione di essere in un mondo inospitale.
Ogni conquista di serenità è sempre stata una risposta umana alla pressante verità della trasparenza
individuale.
Se un manufatto creato non viene documentato e reso icona simbolica, la persona che l’ha prodotto
potrebbe, negli anni, gravarlo di nevrosi. La logica dell’arteterapia è contrastare quel processo di
creazione che non diventa introspettivo né può essere condiviso.
La terapia artistica che è concreta, di aiuto, innovativa e caparbia, come viene documentata in questo
Convegno Nazionale promosso da Fiera di Vicenza, è, in prospettiva, un’attività risolutiva, perché la
realtà ci richiederà sempre più impegno nel processo di convivenza sociale e accettazione dell’Altro. Le
relazioni presentate nella giornata di studio sono una sorta di resistenza alla barbarie che ci circonda,
nello scopo di aggiornarsi e acquisire strumenti di intervento sul disagio che ci delimita.